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venerdì 7 settembre 2018

La Ricerca Felice!






LA POVERTA’ E’ LA LOGICA CONSEGUENZA DELLA RINUNCIA TOTALE, CHE E’ L’ESSENZA DELL’ASPIRAZIONE ALLA VITA PERFETTA; CONSISTE NELL’ABBANDONO DI OGNI COSA, NON ALLO SCOPO DI ESSERE POVERO, MA A QUELLO DI CONDURRE UNA VITA ISPIRATA AL DISTACCO. (CIT. Abate J. Leclercq)

E’ la frase che si trova in un libro che parla della vita dei religiosi nel medioevo.

L’ho trovata molto corretta e mi ha fatto anche riflettere molto su ciò che significa vivere una vita in cui la ricerca del Regno di Dio è la cosa più importante o meglio, la ricerca della ricchezza non è la cosa principale.

In ogni cosa però bisogna avere buon senso. Vivere una vita nella più completa povertà ci porterebbe a non avere alcun mezzo per aiutare il prossimo, ma al contrario in alcuni casi, porterebbe il nostro prossimo a doversi occupare di noi.

L’esempio migliore lo possiamo trovare come sempre nella figura di Gesù Cristo.

Luca 9:58 
57 Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: «Io ti seguirò dovunque andrai». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». 

Questo versetto mi ha sempre fatto molto riflettere. Vedere che il figlio di Dio, il Re dei Re, Colui che ha creato il pianeta non aveva un posto dove poggiare il capo è di per sé un grande insegnamento.

Sappiamo che Gesù ha vissuto in povertà, ha deciso di nascere povero in una mangiatoia e non ricco in un grande palazzo. Questo non vuol dire che le persone ricche non sono amate da Dio oppure che la nostra vita deve essere vissuta senza alcun desiderio, ma ci da l’esempio di quanto la ricchezza terrena non è nulla paragonata al Regno di Dio.

Per riflettere meglio sull’argomento ci viene in aiuto un episodio della Bibbia, nella quale Gesù incontra un uomo ricco.

Marco 10:21,22
21 Gesù, guardatolo, l'amò e gli disse: «Una cosa ti manca! Va', vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». 22 Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente, perché aveva molti beni. 

In questo episodio un giovane molto ricco chiede a Gesù cosa fare.

E’ bellissimo riflettere già sulle prime parole del versetto 21 “Gesù, guardatolo, l’amo”.
Gesù ama tutti gli uomini di un amore che non possiamo neanche immaginare ed è bello vedere come nel momento che ci rivolgiamo a Lui ci mette in guardia su ciò che non va nella nostra vita.

Nel caso di questo giovane, è proprio il suo amore per il denaro e le ricchezze che gli crea dei problemi e non gli permettere di vivere appieno una vita di fede.

Una prima lezione la possiamo imparare dal comportamento del giovane che a mio parere è l’errore più grande che può commettere una persona.

Quando leggo la Bibbia, prego e chiedo a Dio di migliorare la mia vita devo essere pronto ad accettare quello che mi dice.

Gesù dice al giovane ricco che deve amare meno i suoi soldi e di più il prossimo, in questo sta il significato di vendere tutti i suoi beni e distribuirli al prossimo.
L’errore più grande del giovane è appunto quello di non avvicinarsi ancora di più a Gesù e chiederGli un aiuto ma di andarsene rattristato.
Non sappiamo che cosa ne è stato di quel giovane, personalmente mi piace pensare e spero che dopo essersi allontanato da Gesù, il giovane ricco abbia continuato a cercare il Signore e con l’aiuto di Dio sia riuscito a superare il problema del suo amore per il denaro.
Proprio a questo proposito, possiamo riflettere sul fatto che il nostro amore per il denaro e per i beni materiali, non deve mai superare l’amore che abbiamo per il Signore e la ricerca del Suo Regno.

E’ decisamente una bella sfida!

Viviamo in un mondo dove veniamo attirati dai beni materiali e veniamo incitati da ogni parte a fare di tutto per arrivare ai nostri obiettivi. In alcuni casi anche ad andare contro a ciò che siamo o scegliendo liberamente di fare qualcosa di sbagliato per seguire il nostro desiderio. Un esempio lampante lo troviamo nella famosa frase “Il fine giustifica i mezzi!”

Ed è proprio in questo specifico caso che la Bibbia ci dice di non desiderare niente al di sopra del Signore. Il desiderare qualcosa per noi: un bel lavoro, una bella casa, una bella vita con le cose che piacciono; non è di per se un problema, ma dobbiamo stare molto attenti affinché la rotta della nostra vita sia sempre indirizzata su Gesù e che niente di ciò che è fuori dalla ricerca del Regno di Dio, diventi per noi un ossessione o un arma nelle mani di Satana per allontanarci da Dio e fare del male a noi stessi e a chi ci sta intorno.

Da questo pensiero prende vita la povertà cristiana, o meglio il desiderio di cercare Gesù al di sopra di ogni altra cosa, lasciando a Dio il controllo della nostra vita e affidandoci completamente al Suo amore e alla Sua guida.

Che il Signore ci aiuti a vivere una vita piena, intensa e felice alla ricerca del Suo Regno e fortificando sempre la nostra fede in Gesù.

AMEN

GIOVANNI

venerdì 18 maggio 2018

A chi il comando?




Perseverare! Non sempre è facile.

Quante volte la nostra mente ci porta a fermarci, scoraggiarci o indietreggiare davanti ad un ostacolo.

Tuttavia molte persone hanno il dono di riuscire a trasformare lo scoraggiamento e la paura in una fonte di energia che gli permette di andare avanti e superare ogni ostacolo. Anche io facevo parte di questa categoria di persone. 
Uso il passato perché ciò che vale in una vita vissuta senza fede, cambia radicalmente nel preciso istante che si decide di seguire Gesù.

Un tempo ero io che avevo il comando della mia vita. Ogni decisione, pensiero e azione erano totalmente gestite da me. Quando mi mettevo in testa di fare una cosa la facevo e quando invece decidevo di cambiare strada, cambiare modo per affrontare l'ostacolo, lo facevo senza pensarci un secondo. Più i problemi mi si paravano davanti e più ero spinto dal risolverli in qualche maniera. Quando il peso diventava troppo, bastava una serata in qualche locale poco raccomandato dove tra alcol, sigarette e donne portavo la mia mente a ridursi talmente male da "prendersi una vacanza" dai problemi e il giorno successivo, dopo essermi ripreso dalla serata, riprendevo a lottare contro la vita.

In quel modo di vivere c'erano apparentemente degli aspetti positivi, non indietreggiavo mai, cambiavo strategia, approccio e modo di affrontare il problema ma lo affrontavo e non mollavo.

C'era però il "rovescio della medaglia". Tutto quello stress, quel nervoso e le ansie che ne derivavano, mi stavano distruggendo e le serate tra alcol, donne e sigarette divennero sempre di più un modo sadico per estraniarmi dalla realtà a discapito della mia salute.

Quando decisi di seguire Gesù e donarGli la mia vita feci anche una scelta. 
Una scelta che qualsiasi cristiano è chiamato a fare se vuole veramente seguire Cristo. 
Non basta studiare e approfondire la Bibbia per vivere in Cristo, bisogna vivere la fede prendendo esempio da Lui in ogni singolo aspetto.

E' così che avviene una delle sfide più difficili del credente, lasciare il controllo della propria vita al Signore.

Molti versetti nella Bibbia ci mettono in guardia da noi stessi e dalle nostre scelte; uno dei più chiari è il seguente:

Proverbi 16:25

C'è una via che all'uomo sembra diritta,ma finisce con il condurre alla morte.

Un'amara e triste verità.

Troppe volte pensiamo di sapere ciò che vogliamo.

Vi è mai capitato di volere qualcosa, magari desiderare di cambiare giro di amici, cambiare casa, lavoro, macchina...etc e una volta ottenuto; accorgervi che quasi stavate meglio prima?

A me è capitato molte volte. 

Quando non ero contento di una situazione, mi intristivo perché volevo di più e fra tristezza, ansie e angosce mi fissavo un obiettivo per ottenere ciò che volevo. Affrontando fallimenti, fatiche, ansie e scoraggiamenti vari ottenevo con ogni mezzo quello che volevo. Poi godevo per un breve momento di quella gioia che si prova quando si raggiunge un obiettivo. 

Nella maggior parte dei casi la gioia era temporanea. 

Dopo qualche periodo, mi abituavo alla situazione, la voglia di cambiamento tornava a tormentarmi e il tutto riprendeva dall'inizio.

Se esamino grossolanamente la mia vita noto che prima volevo il motorino, poi la macchina, poi il lavoro, poi la casa, poi un lavoro più sicuro, più pagato, una macchina più bella...etc.. e continuavo a girare intorno tra un traguardo e l'altro cercando una felicità irraggiungibile nei beni materiali.

Sempre nella Bibbia trovai questo concetto in maniera chiara e concreta nel libro delle Ecclesiaste:

Ecclesiaste 1:14

Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento.

Ecclesiaste 12:15

Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso:Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l'uomo.

Solo vivere e ricercare costantemente Dio rende felice l'uomo. 

Ma come si mette realmente in pratica questo concetto? 

Penso che una delle cose essenziali da fare per seguire Dio è quella di lasciare a Lui ogni decisione.

Se le strade che scelgo io seguendo i miei desideri non fanno nient'altro che farmi stare male, facendomi correre intorno senza meta; non rimane che lasciare a Dio ogni scelta.

La Bibbia dice chiaramente che le strade che scelgo io conducono alla morte e quelle che Dio sceglie per me sono perfette:

Isaia 55:6-9

Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare;invocatelo, mentre è vicino.7 Lasci l'empio la sua viae l'uomo iniquo i suoi pensieri;si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui,al nostro Dio che non si stanca di perdonare.8 «Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri,né le vostre vie sono le mie vie»,dice il SIGNORE.9 «Come i cieli sono alti al di sopra della terra,così sono le mie vie più alte delle vostre vie,e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.


Anche in questo caso la domanda sorge spontanea: Cosa comporta nella pratica questa scelta?

Lasciare tutto nelle mani di Dio comporta per prima cosa sacrificio e dolore, soprattutto se si ha una testardaggine come la mia. 

Tuttavia è una scelta obbligata che viene fatta a seguito della consapevolezza che se vivo la vita come voglio io escludendo il Signore, ogni cosa sarebbe peggiore e mi farebbe vivere molto peggio.

Il voler essere padrone della mia vita, prendere le mie decisioni e fare le mie scelte non deve esistere se non in richiesta a Dio. 

Devo fissarmi degli obiettivi, pregare e attendere che sia fatta la volontà di Dio per me. Devo in sostanza imparare ad accettare le cose come vengono, anche quando una situazione non sembra andare come voglio.

Raramente la volontà umana combacia con quella del Signore.

Anche Gesù nel momento più difficile della Sua esistenza umana, mentre sudava sangue, preda della tristezza, in ginocchio e sofferente nel giardino dei Getsemani; si mise a pregare il Padre dicendo:

Matteo 26:38,39

38 Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». 39 E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».


Molto significative le parole "Non come voglio io, ma come tu vuoi.".

Sembra una cosa facile, una soluzione a portata di mano. 

Nella nostra mente è facile pensare "Ho un Dio che mi ama, mi protegge e sa ciò che è meglio per me. Devo solo lasciare a Lui ogni decisione della mia vita"


Ed è davvero così!! Dio ama immensamente ognuno di noi e sa ciò che è meglio per chi si affida Lui. 

Il più grande errore però è pensare che sia facile lasciare a Lui la guida della nostra vita. 

Forse la battaglia più grande consiste in questo; lasciare ogni cosa della nostra vita a Dio, concentrarci solo alla ricerca del Suo Regno e combattere contro noi stessi, quando pretendiamo di sapere più del Signore cosa è meglio per noi.

E' decisamente una cosa complicata lasciare al Signore la guida della propria vita.

 
Molte volte vorrei prendere un'altra strada, risolvere la situazione a modo mio, con le mie regole e seguendo il mio istinto. Poi però mi fermo e mi ricordo che ogni volta che l'ho fatto in passato ne ho raccolto solo dolori.  

Il momento più delicato è quando il nemico ci ostacola, quando fa accadere nelle nostre vite delle situazioni di cui non abbiamo il controllo e che ci procurano sofferenza. 

Quelle situazioni in cui non capiamo cosa Dio sta facendo per noi e mentre la nostra fede si indebolisce, mettiamo disperati la testa fra le mani e in mezzo alle lacrime chiediamo a Dio di salvarci perchè non Lo vediamo, non capiamo cosa sta facendo e se davvero la situazione è sotto controllo.

E in quel momento oltre alla nostra mancanza di fede, abbiamo il nemico che sussurra alla nostra mente che Dio si è dimenticato di noi, che non sta facendo niente, che se ci amasse avrebbe già risolto la situazione... Ecco l'apice del combattimento in cui dobbiamo cercare ancora di più il Signore!

Fratelli e sorelle, non è facile! 

Questa vita è un combattimento in un mondo in cui il bene sembra soccombere al male. Manteniamoci fermi nella fede, incoraggiandoci e preghiamo gli uni per gli altri. Perdoniamoci, amiamoci, ascoltiamoci, rialziamoci il morale a vicenda, ridiamo e se davvero necessario abbracciamoci e piangiamo insieme. Nonostante le difficoltà e lo schifo di questo mondo il Signore ci dona comunque dei momenti di felicità e anche in questo riusciamo a scorgere la Sua infinita grandezza. 

Vi auguro di riuscire ritrovare la fede quando sembra persa, di ritrovare il sorriso quando non restano che lacrime. 

Che il Signore ci doni sempre un pensiero di pace quando ci sentiamo persi in mezzo alle difficoltà e che soprattutto ci dia sempre una persona pronta a d ascoltarci e a incoraggiarci quando siamo allo stremo delle forze.

Che il Signore vi benedica!

Amen


Giovanni

lunedì 19 marzo 2018

L'eredità che ci attende





Galati 4:7
cosi tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio

Come studentessa di giurisprudenza ho avuto modo di studiare molto bene "l’istituto dell’eredità"

L’eredità vuol dire entrare nel pieno possesso dei beni del defunto, e non solo dei beni ma anche dei crediti e dei debiti. 

L’eredità ovviamente si può anche rifiutare, quindi attraverso il rifiuto cade ogni pretesa.

Di solito l’eredità si rifiuta quando i debiti sono molti e i beni non riescono a coprirli, ma avrebbe senso rifiutare una ricca eredità senza debiti? 

Se oggi sapessi di ereditare tanti beni, senza nessuna spesa, senza nessun debito accetteresti? 
Io personalmente si, non avrei altro da perdere, eppure nella nostra vita guardando al futuro Dio ci ha promesso una grande eredità, senza anticipo, senza condizioni; dobbiamo solo accettarlo nella nostra vita.

Per il Signore non siamo servi, siamo amici

Giovanni 15: 15
“io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo Signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal padre mio.”  

Eppure per il Signore valiamo anche di più, ci eleva ancora ad un livello superiore. Oltre che ad essere amici, Dio ci chiama ad essere suoi figli e come tali ci ha promesso una grande eredità.

Efesini 1:11.
“In lui stiamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà” 

Essere eredi comporta quindi la morte del genitore, questa morte ci è stata data da Gesù. E' lui che si è sacrificato per i nostri peccati. 


Siamo stati creati per ottenere questa eredità. In un certo senso è come sie queste cose ci fossero sempre appartenute; tuttavia il peccato ci ha privato di questo diritto, modificando la nostra condizione da esseri umani perfetti a peccatori.

Per avere nuovamente il diritto ad ottenere l'eredità che il Signore ci ha promesso, il peccato ha richiesto la morte e il sacrificio di Gesù, attraverso il quale possiamo ricevere il perdono dei peccati e quindi l'accesso a tutto ciò che il Signore ha preparato per noi. 
Tutto questo processo di peccato, richiesta di sacrificio e perdono, lo troviamo in maniera molto chiara in tutta la Bibbia.

Solo accettando la morte e la resurrezione del nostro Gesù Cristo possiamo tornare a quella condizione iniziale per cui siamo stati creati. 
Siamo quindi noi a scegliere se accettare o meno l'eredità del Signore.

Non è Dio che condanna, ma fa tutto parte di una nostra semplice scelta, credere o meno. 

Io ho scelto di credere!!

Amen 

Jennifer

sabato 10 marzo 2018

AFFLIZIONE-PAZIENZA-ESPERIENZA-SPERANZA




ROMANI 5:3-4
non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, 4 la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza.

- AFFLIZIONE: è uno stato di tristezza che compromette il nostro benessere. Molte volte ci porta allo stremo delle forze e fa sorgere in noi mille dubbi.
In questo stato di estrema sofferenza, Satana sfrutta la nostra debolezza per tentare di sviarci da Dio, ma grazie alla preghiera, alla Bibbia e alla guida del Signore possiamo resistere e restare fermi nella fede.

- PAZIENZA: Nella prova abbiamo obbligatoriamente a che fare con la pazienza. Quando ci affidiamo a Dio per superare l'AFFLIZIONE, umanamente e in maniera del tutto plausibile, vorremmo che il periodo di prova e tristezza durasse il meno possibile. Sotto molti aspetti è quello che fa il Signore.
Ci libera dall'afflizione il più velocemente possibile, ossia, fa durare questo stato di sofferenza solo quel tanto che basta per insegnarci qualcosa ed evitare di ricadere in seguito nella stessa afflizione.

- ESPERIENZA: L'esperienza è tutto ciò che ci permette di superare un'afflizione o un ostacolo con cui abbiamo già avuto a che fare. Questo ci indica che una delle cose più importanti che dobbiamo fare quando attraversiamo un periodo di afflizione è non solo pregare il Signore per darci la forza di superare la prova, ma anche pregare per riuscire ad imparare il più possibile. All'inizio di ogni periodo di sofferenza dobbiamo pregare il Signore affinché non sia solo il nostro Salvatore, la nostra guida, il nostro Re ma anche letteralmente il nostro maestro; in modo tale da imparare il più possibile dalla prova.

- SPERANZA: L'ultima parola descrive anche la cosa più preziosa. Tuttavia non è una speranza fine a sé stessa. Nel versetto, queste parole sono messe in questo preciso ordine perché sono legate tra loro.
Quando sono vittima di un'afflizione, prego Dio per ottenere la serenità e per farlo devo avere pazienza.
Durante lo svolgersi dell'afflizione vedo come il Signore mi guida, guida gli eventi e mi fa intraprendere strade che permettono il risolversi della situazione e da questo ne traggo un''esperienza.
In pratica, con l'afflizione e la pazienza nell'intervento di Dio ottengo due stupende  qualità, l'esperienza e la speranza le quali mi donano due stupende realtà

1)  Quando in futuro mi capiterà di affrontare un'afflizione simile ad una già affrontata, sarò sereno perché mi ricorderò di come il Signore mi ha liberato.

2) Il ricordo di come Dio mi ha liberato da altre afflizioni, mi donerà la speranza e la certezza che mi libererà nuovamente e mi donerà pace e serenità al momento giusto.

Amen

Giovanni

venerdì 23 febbraio 2018

Lettera dalla Trincea!


LETTERA DALLA TRINCEA

Per prima cosa vorrei salutare tutti voi che leggerete queste poche righe.
Forse per alcuni di voi saranno parole al vento, per altri parole di speranza e per altri ancora parole profonde o forse troppo superficiali.
Forse è la vita di trincea che mi ha cambiato ma in mezzo a questo combattimento non posso fare a meno di fermarmi a scrivere quelle che sono le mie esperienze.
Non so in quali battaglie o combattimenti è coinvolto ognuno di voi ma quello che è successo a me l’ultima volta è stato incredibile.
Ero al mio posto, in trincea e stavo svolgendo le classiche attività quotidiane che ognuno di noi è chiamato a fare.
Ad un tratto e  senza alcun preavviso si sentì un grosso boato in lontananza, uno scoppio enorme e assordante, il nemico aveva certamente lanciato uno dei suoi attacchi più potenti e questa volta aveva mirato su di me.
Senza attendere un istante il Re si precipitò alle mie spalle e con voce ferma mi urlò “Alza lo scudo, dritto con quella schiena, non così, spostati a destra, poi subito a sinistra.”
Ma fu forse la paura, il nervoso o la rabbia che non mi permisero di seguire gli ordini. Iniziai a pensare ad un piano diverso per proteggermi ma il Re con voce ancora più alta mi urlò “Non fare di testa tua! Ascolta me! No, non da quella parte, ma perché non fai come ti dico una buona volta!”.
Poi la Sua voce ebbe una piccola esitazione, il Suo tono di voce cambiò non erano più gli ordini di un generale, ora sembrava la voce di un padre preoccupato per il figlio.
Con la voce rotta dal dolore e le lacrime che gli rigavano il volto, il Re mi disse “Ora è troppo tardi per evitare il colpo. Alza lo scudo, punta i piedi! Tieniti forte che il colpo arriva, non preoccuparti, sono proprio qui vicino a te!”
Boom! Il colpo del nemico fu potente! Forse troppo forte. Sgranai gli occhi e il respiro mi si bloccò in gola e le lacrime iniziarono a rigarmi il volto.
Restai Così! Fermo e impassibile in mezzo alla battaglia mentre il mondo continuava la sua corsa.
Guardai il mio braccio che sorreggeva lo scudo, quasi mi spaventai a vedere come si era ridotto, il colpo fu davvero potente!
La mia presa sullo scudo diminuì, e lo scudo cadde con fragore a terra.
Mi ritrovai senza protezioni davanti al nemico.
D’un tratto tutte le mie forze vennero meno, caddi in ginocchio e nonostante la mia vista annebbiata dal dolore, scorsi distintamente le mie lacrime che si mischiavano al mio sangue sul campo di battaglia.
Sentì la disperazione accecarmi la mente e una voce dentro di me mi sussurrò
“E’ finita! Il nemico è troppo forte!”
Nel silenzio dello sconforto chiusi gli occhi e mi abbandonai al dolore e alla tristezza.
Ad un tratto però qualcosa accadde! 
Nel silenzio avvertì un suono quasi impercettibile, un piccolo e accennato sussurro che interruppe il momento di angoscia e di dolore.
Con le poche forze rimaste, tentai di sgomberare la mente dalla sofferenza che mi opprimeva e cercai con tutto me stesso di capire che cosa era qual suono tanto lieve.
Più lo cercavo e più quel suono aumentava di intensità fino a distruggere quel muro di silenzio e disperazione che si era impossessato della mia mente.
Con mia sorpresa scoprì che quel suono così impercettibile in realtà era una voce, una voce calma e serena
Ripresi lentamente a sentire la voce del Mio Re. Scorsi distintamente una domanda “Figlio Mio! Sei sicuro che il nemico ha vinto!?”
Più la ascoltavo e più mi accorgevo che quella voce mi stava donando nuove forze. Sentì intorno a me i suoni della battaglia, capì che non era ancora finita, il mondo intorno a me stava continuando a girare.
Con le poche forze rimaste trassi un profondo respiro e alzando al cielo gli occhi pieni di lacrime urlai “Aiuto mio RE!”.
Poi restai in attesa, in ginocchio, ancora sofferente e consapevole che quel colpo avrei potuto evitarlo o almeno diminuire i danni se solo avessi ascoltato le direttive del Re.
Ad un tratto il miracolo accadde. Vidi davanti a me il Re, che con amore mi aiutò ad alzarmi. Raccolse il mio scudo, gli diede una sistemata e me lo porse dicendo “ Figlio Mio! La prossima volta ascolta ciò che ti dico e vedrai che molti colpi li eviterai e quelli che non potrai evitare non ti faranno così male.”
Mi asciugai le lacrime e risposi “Perdonami Mio Re! La prossima volta ti ascolterò di più! Ma dimmi, quando avrà termine questa battaglia? Quando il nemico verrà definitivamente sconfitto ed io e miei fratelli e sorelle potremmo tornare a casa tutti insieme? E’ davvero dura!”.
Lui mi guardò con amore e disse “Presto figlio mio! Ma non ti preoccupare, in ogni istante ricorda che non ti lascio solo neanche un secondo.  Sono sempre vicino a te, a combattere per te ed a rialzarti quando cadi. I colpi del nemico sono molto potenti ma tieni duro, le battaglie si vincono e si perdono ma ricorda che la guerra è già vinta!”
Dopo aver ascoltato queste parole, nella mia mente, la disperazione lasciò il posto alla speranza. Alzai lo scudo, mi sistemai l’elmo. E dicisi nuovamente di continuare a combattere
Ora mi sento ancora pronto per seguire il Re in battaglia. Ho appena sentito un boato in lontananza, Gesù mi sta chiamando al mio posto, torno a combattere. Fratelli miei… ci vediamo in Trincea!!

                   
               https://www.youtube.com/watch?v=CL68Jj-XEXU&t=3s

Giovanni

venerdì 26 gennaio 2018

RIFLESSIONE DEI DESIDERI





Molte volte tutto ciò che bisogna fare semplicemente in una situazione complicata è fermarsi e riflettere profondamente su chi sta guidando la nostra vita, per capirne veramente il senso.

Spesso nella nostra vita, il mondo tenta di sedurci e di farci desiderare cose superflue e materiali; desideri, che possono nuocere alla nostra vita e turbare la nostra serenità.

Per questo per il nostro bene, ogni desiderio è opportuno che venga analizzato e giudicato da Dio.

Nel momento in cui quello che desideriamo lo chiediamo con il cuore in preghiera a Nostro Signore, la nostra non sarà più una banale richiesta per ottenere qualcosa di superfluo, ma sarà una più profonda e sincera richiesta di aiuto.

La richiesta, diventa preghiera, nel momento in cui chiediamo con sincerità a Dio di esaminarla per renderla reale, solo quando non comporti un problema, ma bensì una cosa bella e utile alla nostra vita.

Comprendiamo dunque che non sempre il Signore ci darà ciò che gli chiederemo e quindi non dovremmo provare tristezza, delusione e rabbia, sapendo che Dio lo fa perché ci sta difendendo da noi stessi e dal mondo.

Atti 2:28

Tu mi riempirai di gioia con la tua presenza".
Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita.

Dio ci guida, ci insegna e ci fa conoscere le Sue vie.

Invece di lamentarci in preghiera, irritandoci per ciò che ci manca, dobbiamo piuttosto spostare lo sguardo dal nostro desiderio materiale a Dio; chiedendo in preghiera  "Padre aiutami a capire perché non rendi possibile ciò che ti ho chiesto"

Il Signore non è un dittatore crudele che non ci accontenta semplicemente perché vuole; in ogni pagina della Bibbia invece, si nota chiaramente come il Suo desiderio sia quello di stare vicino, amare  e far crescere le sue creature.

Concludendo, accostiamoci a Dio, non più con preghiere che chiedono in maniera categorica di rendere possibile un nostro desiderio, ma terminano con la frase: "Sia fatta la Tua volontà", che è senza senso, dato che è la nostra volontà che stiamo chiedendo e non quella del Signore.

Prendendo spunto dal Nostro Re e Maestro Gesù Cristo, inginocchiamoci chiedendo a Dio che sia realmente fatta la Sua volontà; anche se è contraria alla nostra.
Dunque la miglior richiesta che un uomo possa fare è dire "Signore se la Tua volontà è diversa dalla mia, ti prego, rendimi forte per vivere in maniera serena con quello che mi hai donato, tienimi stretto a te e ti prego di aiutarmi a capire e farmi crescere in conoscenza".

Amen

Edwin e Giovanni


venerdì 1 dicembre 2017

Restando in Attesa




Guardando internet, la televisione o leggendo un giornale mi capita molte volte di restare senza fiato davanti al male e al desiderio di potere che acceca l'uomo.

Molte volte sembra di vedere un film drammatico dove ognuno di noi interpreta la parte dell'attore che è costantemente alla ricerca della felicità in mezzo a tante illusioni e che raramente la raggiunge per qualche breve e insignificante istante.

Quello che ci spinge a cercare fama, potere e stabilità, alle volte è la nostra disperazione o per meglio dire la paura di aprire gli occhi e chiederci "Ma dove mi condurrà tutto questo?!"

Viviamo guardando avanti, contemplando il successo tanto desiderato e rincorriamo quelli che sono i nostri traguardi, ma quotidianamente, allontaniamo da noi il pensiero che ogni minuto che stiamo vivendo non tornerà mai più.

Ci sentiamo eterni e forti riguardo ai nostri progetti e siamo così tanto impegnati a rincorrere la nostra idea di felicità che ci perdiamo tutto il viaggio.

Ognuno di noi ha giustamente degli obiettivi, di per se è una cosa normale e logica.
E' nella natura dell'uomo avere un progetto da seguire. 

L'unico nostro grosso problema è che sebbene siamo chiamati da Dio a vivere un meraviglioso progetto, che comprende la nostra felicità eterna, preferiamo invece sprecare la vita a cercare una felicità terrena che non ci porta da nessuna parte.

... voglio finire gli studi!
... voglio la patente!
... voglio una macchina tutta mia!
... voglio divertirmi ogni giorno!
... voglio fare tutto quello che mi piace!
... voglio un lavoro dove faccio quello che voglio 
... voglio guadagnare quello che mi serve!
... voglio tranquillità!
... voglio una moglie o un marito!
... voglio una casa tutta mia!
... voglio una famiglia felice come quella della pubblicità!
... voglio il successo!
... voglio il controllo della mia vita!!!!!

Tantissimi voglio! Alcuni discutibili e altri invece giusti e ponderati ma c'è una cosa che stiamo tralasciando in tutto questo, l'unica persona che è il tutto e che da veramente un senso alla nostra vita è solo Gesù!

Matteo 16:26
Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?

in più parti la Parola di Dio ci mette in guardia da quelli che sono i nostri obiettivi.
Il Signore ci sta dicendo nella maniera più chiara possibile che senza di Lui stiamo vagando a vuoto in questo mondo.

E non solo ce lo dice in un versetto ma ce lo raffigura con una parabola.

Luca 12:15-21
Poi disse loro: «State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita». 16 E disse loro questa parabola:
«La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; 17 egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?" E disse: 18 "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, 19 e dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'". 20 Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" 21 Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio».


Questo vale per ogni cosa della mia vita. 

Siamo così impegnati a voler ottenere ciò che vogliamo, che non ci rendiamo conto che Gesù cammina accanto a noi ogni giorno, che ci da la forza di superare gli ostacoli ed un motivo per andare avanti.

Riusciamo a volte ad ottenere ciò che vogliamo, ma siamo sicuri che è sempre la cosa giusta per noi?

Guardandomi indietro, nel mio passato, vedo molte scelte sbagliate, situazioni in cui avrei potuto fare meglio e davanti a me non posso vedere.
Posso presupporre, tirare a indovinare ma non so con certezza cosa accadrà.

E del mio presente? Niente! Siamo talmente impegnati a guardare al mistero del nostro futuro da gettare via letteralmente il nostro presente.

I giorni passano, i traguardi li superiamo o li perdiamo, non ha importanza!

Ogni volta che ci divertiamo in discoteca, beviamo, mangiamo, compriamo quello che vogliamo ci dona sicuramente la felicità. 

Ma la domanda allora potrebbe non riguardare se ho ottenuto davvero quello che voglio ma piuttosto chiedermi "Quanto dura la felicità di un traguardo?" 

Un giorno... Una settimana...Un anno...??

Nessuno di noi può dire di non avere una cassetto in casa pieno di cianfrusaglie che per un breve secondo della propria vita sono state le protagoniste di un desiderio.

Magari per un battito di ciglia, ma le abbiamo desiderate, abbiamo lavorato per ottenerle, ne abbiamo gioito, ma il tempo è passato, le cose avute prima sono diventate antiquate e così via! Altri desideri e altri traguardi.

Macchina, computer, cellulari, vestiti, scarpe, nei casi più problematici fidanzate o fidanzati nel peggiore dei casi mogli o mariti.

Sempre forte in noi il desiderio del cambiamento, di ciò che vogliamo, del fare di testa nostra senza ascoltare Dio che mentre stiamo facendo la scelta sbagliata ci urla in orecchio:

Isaia 55:6-9
6 Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare;
invocatelo, mentre è vicino.
7 Lasci l'empio la sua via
e l'uomo iniquo i suoi pensieri;
si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui,
al nostro Dio che non si stanca di perdonare.
8 «Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
né le vostre vie sono le mie vie»,
dice il SIGNORE.
9 «Come i cieli sono alti al di sopra della terra,
così sono le mie vie più alte delle vostre vie,
e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.

E' come se ci stesse dicendo:

"Non lo fare! Aspetta! Quella cosa ti farà male! Te la darò Io al momento opportuno, quando sarà perfetta per te e sarà migliore!"

Ma no! Non ce la facciamo! Non ascoltiamo!

Proprio come bambini piccoli sbattiamo i piedi e diciamo "Io quella macchina la voglio subito, anche se mi indebito! Devo avere per forza l'ultimo modello di cellulare! Per comperare quel vestito mi indebiterò ma deve essere mio; subito! Lo so che non è l'uomo o la donna per me ma non voglio stare solo o sola!" quanti altri esempi si potrebbero fare!?

Ed è così che senza aspettare i tempi precisi del Signore, facciamo di testa nostra e... Sbam!

Cadiamo, ci facciamo male!

E a quel punto? Cosa fa Dio? Ci rinfaccia che ce lo siamo meritati? Che dovevamo ascoltarLo? Che è troppo tardi?

Assolutamente no! Dio ci Ama.

Ed è proprio quando i nostri traguardi si distruggono, quando la monotonia della nostra vita si ripete all'infinito che la Parola di Dio ci ricorda, che Gesù la direzione giusta ce l'ha scritta in diversi punti della Bibbia:



Proverbi 16:3

e i tuoi progetti avranno successo.
Affida al SIGNORE le tue opere,

Filippesi 4:6
Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.


Matteo 6:33
Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.
Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.



Giovanni 14:6
Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Ce ne sono molti altri e tutti meravigliosi.

Cerchiamo quindi il Regno di Dio mettendo ogni desiderio e preoccupazione nelle Sue mani, con la certezza che ogni cosa ci verrà data al momento opportuno.

Impegniamoci a seguire Cristo, ad amare il prossimo, a perdonarci ed a incoraggiarci a vicenda perché presto Gesù tornerà e allora ogni cosa avrà fine e saremo pronti a vivere veramente felici in eterno:


Apocalisse 21:1-4
1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più. 2 E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. 4 Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate».



Apocalisse 22:20
Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!»Amen! Vieni, Signore Gesù!


Amen!
Giovanni